Le Gole del Salinello: una splendida cornice naturale

Le Gole del Salinello: una splendida cornice naturale

L’Abruzzo, si sa, è una delle terre più incontaminate e verdi dell’intera Italia. Quasi tutti conoscono ormai le bellezze mozzafiato del Gran Sasso, luogo paradisiaco dove è possibile depurarsi e ristabilire il contatto con la natura; pochi sanno, però, che all’interno del Parco Nazionale che lo ospita esiste una riserva altrettanto incantevole denominata le Gole del Salinello.

La cornice naturale

Le Gole del Salinello prendono il nome dall’omonimo fiume Salinello, così chiamato per via di alcune saline presenti vicino alla sua foce, nei pressi del Mar Adriatico. Le Gole sono localizzate poco dopo la nascita del corso d’acqua, dove questo ha con il tempo creato un paesaggio naturale sbalorditivo.

Il Salinello ha infatti eroso gradualmente i fianchi dei Monti Gemelli (Foltrone, 1720m, e il Girella, 1814) che ospitano il suo letto, creando un canyon che fa da culla ad un’infinita varietà di flora e di fauna. Non è raro infatti trovare nei pressi di questo luogo tracce di lupi, volpi, cinghiali o tassi; più in alto invece, sulle pareti rocciose scolpite dall’acqua, nidificano regolarmente l’aquila ed il corvo reale.

L’artista migliore è il Salinello

Il fiume che da il nome alle Gole non si è accontentato di aver scavato la roccia creando questo incredibile paesaggio: l’acqua del Salinello è responsabile anche dei laghetti che sporadicamente si formano ai lati del letto, e soprattutto delle numerose grotte calcaree presenti all’interno delle pareti dei Monti Gemelli.

All’interno di questi antri naturali sono state trovate testimonianze della presenza umana fin dalla preistoria; più recentemente invece, nel medioevo, le grotte sono state utilizzate dai monaci dell’Abbazia di Santa Maria di Montesanto, che erano soliti recarvisi in meditazione grazie alla particolare tranquillità offerta dal luogo, trasformando gli antri in degli eremi.

Merita una menzione particolare la Grotta di Sant’Angelo: con i suoi 40 metri di lunghezza, per 30 circa di altezza e 10 di larghezza è il tunnel naturale più ampio e ricco tra tutti quelli presenti in zona.

Al suo interno sono stati rinvenuti infatti oggetti appartenenti al Paleolitico, datati a circa 8000 anni fa, oltre ad un piccolo altare che lascia pensare che il luogo sia stato utilizzato per svolgere riti pagani, probabilmente dedicati alla fertilità.

Tutti gli oggetti rinvenuti, tra cui cimeli di pietra e ceramica e perfino resti di una donna risalenti al medioevo, sono stati raccolti e messi a disposizione di chiunque visiti il luogo: la Grotta di Sant’Angelo viene infatti oggi utilizzata come un piccolo museo.

Le escursioni e le attività alle Gole del Salinello

La variegata presenza di elementi naturali quali la ripida montagna ed il vivace corso d’acqua, rendono questo posto l’ideale per una buona quantità di attività sportive.

Se alcuni si cimentano nell’arrampicata delle ripidissime pareti rocciose dei Monti Gemelli, molti altri preferiscono dedicarsi al canoying, reso adrenalinico ed unico grazie alla particolare conformazione del posto.

Il Salinello si presenta infatti molto irregolare all’interno delle Gole, con dei tratti molto placidi e piatti con dei laghetti nel quale potersi tuffare, ed altri molto stretti connotati dalla presenza di alcune rapide che rendono il percorso mediamente difficile. In tal senso è strettamente necessario saper nuotare prima di cimentarsi nel torrentismo attraverso le Gole.

Visitare questo posto in primavera è l’ideale per osservare lo sbocciare della natura, oltre ad essere il periodo più attivo per il Salinello; il canoying dilettantistico è invece svolto d’estate, complice la minor portata d’acqua del fiume.

La grande cascata

Le Gole sono situate nella frazione di Ripe, non lontane da Civitella del Tronto. Seguendo il percorso naturale, arrivati nei pressi di Vroga delle Trocche si inizierà a notare come il percorso tenda ad essere sempre più in discesa; è proprio qui che si trova la cascata più alta e suggestiva della Riserva.

Viene chiamata ”il pentolone” perché dopo aver compiuto un salto di 35 metri, l’acqua ristagna in un grande lago dal colore verde smeraldo, enfatizzato dal biancore delle rocce circostanti.

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